Occhio alle violazioni

Il Sole 24 Ore, quotidiano economico di Confindustria, segnala che non sono stati ancora previsti controlli diretti per quel che riguarda il rispetto delle regole (come quelle che riguardano l’orario di accensione e la temperatura nelle varie stanze) e neppure sanzioni.

Però, in caso di violazioni, aumenterà l’importo chiesto dalla società erogatrice del servizio di riscaldamento.

I compiti dell’amministratore

Se si vogliono schivare conti ancora più salati, dunque, toccherà all’amministratore del singolo condominio fare periodicamente i controlli sull’andamento dei consumi effettivi.

In caso di scarti elevati in eccesso, dovrà sollecitare i condòmini a rispettare le regole e i preventivi.

I consiglieri condominiali, che rappresentano l’assemblea, dovranno accordarsi con l’amministratore.

Tutti devono collaborare

Lo scopo dell’accordo: trovare una soluzione per contenere i consumi, adottando misure di contenimento e facendo rispettare le norme da tutti, nel rispetto dei diritti individuali e della privacy. È chiaro, infatti, che la regolazione delle valvole termostatiche dev’essere generalizzata, non basta che provveda solo qualche condomino più volenteroso.

Le zone climatiche

È opportuno ricordare che le recenti direttive del Ministero della Transizione ecologica prevedono di limitare le temperature negli ambienti domestici e comuni (1 grado in meno nelle abitazioni rispetto alla normativa in tempi normali), delle ore giornaliere di accensione (un’ora in meno al giorno) e della durata del periodo di riscaldamento (15 giorni in meno).

Come è noto, le date variano a seconda della zona climatica in cui si abita. In tutto, nel nostro Paese le zone sono sei: dalla A, quella con un clima più caldo, alla F, in cui c’è più freddo.